Limax bivonae

© Clemens M Brandstetter

Limax bivonae (Sizilianischer Schnegel) wurde von Lessona & Pollonera 1882 aus Sizilien (Palermo Umg.) beschrieben. Dieser Schnegel wurde von den italienischen Malakologen (Bodon & al. 1995) nicht in die italienische Checkliste aufgenommen. [Anm.: die Sizilianer sehen sich immer als eigenständig und nicht zu Italien gehörig – es darf angenommen werden, dass die Autoren diese separatistische Ansicht nicht teilen].

Abb. 1: Das erste, winzige von Kapp & Brandstetter in winterlichen Verhältnissen gesammelte Exemplar von den Monti Nebrodi (Messina).


Abb. 2: Monte-Soro-Gebiet (Nedrodi/Prov. Messina/Sizilien): der Lebensraum von Limax bivonae


Manche Autoren stellen L. bivonae in die Nähe von Limax maximus. Reitano & al. (2007) bewerten Limax bivonae als eine "gute" Art, sehen allerdings die Notwendigkeit einer gesamtheitlich notwendigen faunistischen und taxonomischen Forschung über die italienischen Arten der Gattung Limax. Sie schreiben:

"Limax cfr. bivonae Lessona & Pollonera, 1882
Messina: Nebrodi, Monte Soro, m 1600, 8.X.1988 (CS); Nebrodi, Portella FemminaMorta,m1400, 5.V.1991 (CS); Caronia, Portella dell’Obolo,m 1500, 25.II.2007 (CL).
Palermo: Madonie, Monte dei Cervi, m 1600, 5.VII.1994 (CS); Madonie, Piano Zucchi, m 1100, 4.IV.1995 (CS); Gibilmanna, X.1994 (CS); Gibilmanna, 7.XI.2004 (CL); Castelbuono, San Focà, 1.I.2005 (CL).
Nella checklist delle specie della malacofauna italiana (MANGANELLI et al., 1995), tranne Limax aeolianus Giusti, 1973 delle Isole Eolie, non vengono riportate, per la Sicilia, altre specie appartenenti al genere Limax Linné, 1758. Esaminando la bibliografia precedente, però, troviamo delle antiche segnalazioni per la Sicilia di “Limax rufus” (PIRAJNO, 1842; CALCARA, 1846), da attribuire molto probabilmente a Limax sp. piuttosto che ad Arion rufus (vedi anche a proposito di Arion lusitanicus).

Limax unicolor Heynemann, 1862 [Anm.: dieser Name wird für eine Population aus Deutschland verwendet und ist sicherlich für die sizilianische Fauna nicht zutreffend] e L. unicolor bivonae Lessona & Pollonera, 1882, segnalati anch’essi per la Sicilia (LESSONA & POLLONERA, 1882; MINÀ PALUMBO, 1883; ALZONA, 1971), appartengono, secondo alcuni Autori, al ciclo di forme del L. maximus Linné, 1758 (HESSE, 1926; ZILCH & JACKEL, 1962; GIUSTI, 1971). In particolare, L. unicolor bivonae viene descritto su esemplari provenienti da Palermo (“omnino fusco-castaneus unicolor”). Gli individui che abbiamo esaminato (Fig. 8) sono lunghi fino a 15 cm, mostrano una carena dorsale sulla parte posteriore del corpo lunga circa ¼
della lunghezza totale; la colorazione della livrea è di norma monocromatica, da interamente rosa chiaro a tonalità più o meno scure del marrone, al grigiastro; posteriormente, sul dorso, sono presenti, a volte, delle linee longitudinali (2-4) appena più scure del colore di fondo. La suola &` tripartita, biancastra. L’apparato genitale (Fig. 9) è caratterizzato da un lungo pene (mm 40-65) con la regione apicale fornita di un robusto muscolo retrattore e, poco sotto, lo sbocco del canale deferente; dal lato opposto, sul fianco del pene e poco prima dell’atrio genitale, vi è l’inserzione di una piccola borsa copulatrice. La struttura interna del pene (Fig. 10) presenta una cresta apicale ben sviluppata che si interrompe, a volte poco distintamente, dove, dopo circa 8-10 mm., comincia una seconda cresta; quest’ultima, decrescendo in altezza, si svilupperà per tutta la lunghezza del pene fino a poco prima dell’atrio genitale, in particolare, a pochi millimetri dall’inserzione della borsa copulatrice; questo percorso è condiviso da un cordone, più basso e meno evidente verso l’atrio, di papille irregolari che decorre parallelo a questa seconda cresta. Le principali caratteristiche morfologiche e anatomiche appena descritte avvicinano questi esemplari a L. maximus, specie a distribuzione Euro-Mediterranea, introdotta in altri continenti. Le popolazioni europee ed italiane di questa specie (QUICK, 1961; GIUSTI, 1971, 1973; GROSSU, 1983; KERNEY et al., 1983; WIKTOR, 1989; GIUSTI et al., 1985), però, presentano minore lunghezza totale del pene (12-40 mm) e la seconda cresta, sita nella parete interna del pene, che decresce, invece, bruscamente nell’ultimo tratto, prima dell’atrio. Proprio la forma di questa seconda cresta, che decresce gradualmente nell’ultimo tratto e la maggiore lunghezza totale del pene, avvicinano gli esemplari siciliani a L. aeolianus, caratterizzata, comunque, da minori dimensioni del corpo (fino a 53 mm) e da altri differenti caratteri morfologici (cfr. GIUSTI, 1973), verosimilmente in relazione anche all’isolamento geografico.
Attribuiamo, quindi, i Limax siciliani in oggetto ad un specie distinta, “bivonae Lessona & Pollonera, 1882”, descritta come varietà ma risultando la più antica in bibliografia e utilizzabile come nome-specie secondo la ICZN. Rimanendo l’attribuzione per confronto e in attesa di ulteriori indagini, anche su materiale dei dintorni di Palermo, abbiamo ritenuto comunque interessante segnalare questa specie per l’indubbia importanza faunistica e tassonomica delle popolazioni siciliane e condividendo la necessità di uno studio più completo delle diverse specie italiane di questo genere, così come proposto
da MANGANELLI et al. (1995). In Sicilia questa specie è frequente soprattutto nelle località boschive e montane, come sui Nebrodi, dove risulta numeroso nella lettiera e sotto i vecchi tronchi, in diverse località e in faggeta; meno comune sulle Madonie, ma diffuso in tutto il comprensorio, anche a basse altitudini."


Das folgende Foto zeigt den doch ganz anderen Kopulationsmodus dieser sizilianischen Art. Er hat weder mit dem Tigerschnegel (Limax maximus) Gemeinsamkeiten (kein Schleimfaden) noch mit anderen bisher beschriebenen Arten. Geht man davon aus, dass der Ablauf der Paarung und die Verwendung der Genitalorgane artprägend und arterhaltend sind – und dagegen spricht nichts – so können wir daraus schliessen, dass Limax bivonae eine "gute" und auch besondere Art der sizilianischen Fauna darstellt. 

 

Abb. 3: Gerhard Falkner zog die winzigen Tiere bis zur Geschlechtsreife – nach Stunden des Wartens paarten sich zwei Exemplare in meinem Garten – die Art der Kopulation war eine grosse Überraschung und ist zum ersten Mal dokumentiert worden.


Zitierte Literatur:

BODON, M., FAVILLI, L., GIANUZZI‐SAVELLI, R., GIOVINE, F., GIUSTI, F., MANGANELLI, G., MELONE, G., OLIVERIO, M., SABELLI, B. & SPADA, G. (1995): Gastropoda Prosobranchia, Heterobranchia Heterostropha. – In: MINELLI, A., RUFFO, S. & LA POSTA, S. (eds.), Checklist delle specie della fauna italiana, 14: 60 pp. Bologna (CALDERINI).

Lessona, M. & Pollonera, C. 1882. Monografia dei limacidi italiani. – pp. 1-82, Tav. I-III. Torino. (Loescher).

REITANO, A., LIBERTO, F. & SPARACIO, I. (2007): Nuovi dati su Molluschi terrestri e dulciacquicoli di Sicilia. 1° Contributo (Gastropoda Prosobranchia Neotaenioglossa; Gastropoda Pulmonata Basommatophora, Stylommatophora). — Naturalista sicil., Serie IV, 31 (3/4): 311‐330. Palermo.

 

Zurück nach Oben!